Celiachia, nuovo allarme: “400mila casi non sono ancora diagnosticati”
“In Italia il Ministero della Salute con le sue attività istituzionali è fortemente impegnato in tema di celiachia attraverso un costante e laborioso lavoro di collaborazione con le Regioni e le Provincie Autonome. In particolare quest’anno sono stati realizzati diversi interventi mirati a garantire il celiaco durante il percorso diagnostico, condividendo con le Regioni i requisiti tecnici, professionali ed organizzativi minimi per l’individuazione dei presidi sanitari deputati sul territorio alla diagnosi di celiachia. Questa iniziativa è stata affiancata da un laborioso e articolato lavoro tecnico-legislativo di adeguamento normativo ai fini della tutela della vulnerabilità dei celiaci anche sul piano alimentare“.
Lo scrive la ministra della Salute Beatrice Lorenzin nella prefazione della relazione annuale sulla celiachia anno 2016 inviata al Parlamento il 16 gennaio 2018.
La celiachia, ormai classificata come malattia cronica, si sviluppa in soggetti geneticamente predisposti e colpisce circa l’1% della popolazione. Dalla mappatura epidemiologica risultano diagnosticati in Italia 198.427 celiaci.
La malattia celiaca risulta interessare più le donne (138.902) che gli uomini (59.525).
Ad un anno dall’entrata in vigore del nuovo protocollo diagnostico, confrontando i dati nel triennio 2014-2016 emerge un incremento delle diagnosi più spinto, forse favorito dalla maggiore sensibilizzazione ma anche dai nuovi indirizzi scientifici. Nel 2016 il numero totale delle nuove diagnosi è stato di 15.569, oltre 5.000 diagnosi in più rispetto all’anno precedente.
Il nuovo decreto sull’assistenza sanitaria integrativa anche per i prodotti alimentari destinati ai celiaci prevede che oggi l’unica tipologia di alimenti senza glutine erogabile gratuitamente dal Servizio Sanitario Nazionale ai celiaci sia quella identificabile in etichetta dalla dicitura “senza glutine” accompagnata dall’indicazione “specificamente formulato per persone intolleranti al glutine” oppure, in alternativa, “senza glutine” accompagnata dall’indicazione “specificamente formulato per celiaci” e inserita nel Registro Nazionale dei prodotti senza glutine, consultabile sul sito del Ministero della Salute.
Consulta la Relazione annuale al Parlamento sulla celiachia – Anno 2016.